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sabato 2 dicembre 2017

Illustrazione abbecedario

come Appy polly loggy
foto tratta dal film "Arancia meccanica"


come Bausani (Alessandro)
foto di Alessandro Bausani


come Cocco Bill
fumetto tratto da "Cocco Bill", Jacovitti

come Denis Villeneuve
foto di Denis Villeneuve


 come Esperanto
bandiera simbolo Esperanto


come FIAR
logo di Facebook


come Gnòsi delle fànfole
"Gnòsi delle fànfole", Fosco Maraini


come Hannover
foto dall'alto di Hannover, luogo di morte di Leibniz


come Ido
copertina della grammatica completa di "Ido"


come Lle naa vanima
locandina "Il signore degli anelli: la compagnia dell'anello"


come Marinetti (Filippo Tommaso)
foto di Filippo Tommaso Marinetti


Ncome Na'vi 
locandina di "Avatar"


come Orwell (George)
copertina "1984", George Orwell


come Premio Nobel
logo Premio Nobel


come Query
foto scattata all' Oxford Dictionary relativo alla definizione di query


come Robot
esempio di robot


come Spinetta di Cuneo
foto di Spinetta di Cuneo, luogo di nascita di Peano


 come Torre di Babele
""Torre di Babele", Pieter Bruegel il Vecchio, 1563, olio su tavola, 114x155 cm"


 come Università di Varsavia
foto della biblioteca dell'Università di Varsavia


come Volapük
copertina di libro che tratta la lingua artificiale "Volapük"


come Zelanda (Nuova)
foto della campagna della Nuova Zelanda, luogo di ambientazione del film "Il signore degli anelli"

Abbecedario


A come Appy polly loggy
B come Bausani (Alessandro)
C come Cocco Bill
D come Denis Villeneuve
E come Esperanto
F come FIAR
G come Gnòsi delle fànfole
H come Hannover
I come Ido
L come Lle naa vanima
M come Marinetti
N come Na'vi
O come Orwell (George)
P come Premio Nobel
Q come Query
R come Robot
S come Spinetta di Cuneo
T come Torre di Babele
U come Università di Varsavia
V come Volapük
Z come Zelanda (Nuova)

Modelli

Esistono diversi modelli di lingua artificiale, classificabili secondo vari criteri.
Prima di tutto si possono classificare, in base alla funzione che svolgono in:
  •     le lingue ausiliarie,
  •     le lingue artistiche,
  •     le lingue logiche
In base alle regole grammaticali soddisfatte si dividono in:
  •     le lingue artificiali "a priori",
  •     le lingue artificiali "a posteriori"
In base all'alfabeto utilizzato si distinguono:
  •   lingue latiniche, create basandosi sul latino,
  •   lingue alibere, libere ma che utilizzano l'alfabeto latino,
  •   lingue libere, nell'utilizzo di altri alfabeti e vocaboli.
A seconda che siano o meno religiose si distinguono:
  • le lingue sacre,
  • le lingue laiche
Infine si possono anche distinguere:
  • le lingue naturalistiche, che hanno molte eccezioni,
  • le lingue non naturalistiche, che sono molto più logiche.

Nel parlare dei vari modelli vanno anche distinti le motivazioni che hanno portato alla creazione.
Molte lingue per il creatore sono uno strumento di "espressione di sé", a volte accompagnate da un senso del sacro, come nel caso di Ludwig Zamenhof e di Alessandro Busani.
In realtà la motivazione ludico-sacrale non è l'unica, infatti ci sono anche motivazioni laiche e utilitaristiche. Un altro motivo è quello di facilitare la comunicazione tra nativi parlanti lingue differenti.

Utilizzatori di ieri, di oggi, di domani

Per parlare circa gli utilizzatori della lingua artificiale è doveroso guardare il passato e il presente per  menzione il futuro stesso del linguaggio, si stanno infatti estinguendo centinaia di lingue locali e ,nel frattempo, la lingua sta per diventare la principale interfaccia artificiale nella comunicazione tra l'uomo e la macchina e tra gli uomini stessi mediante i traduttori automatici.


I linguaggi naturali subiscono mutazioni profonde sotto l'impatto delle telecomunicazioni, le lingue infatti si mescolano e si scambiano espressioni e termini. Nei prossimi decenni si prevede una forte riduzione del numero e della diffusione delle lingue minori, e quindi dei loro utilizzatori, a vantaggio di quelle più potenti che riescono ad imporsi, essendo più dotate di strumenti di telediffusione.


Storicamente si sono succeduti grandi imperi linguistici: dal latino dell'impero romano, sopravvissuto nella religione e nella cultura per molti secoli, all'arabo o all'inglese coloniale.
Resta difficile stabilire cosa accadrà al linguaggio del World Wide Web in futuro, quando, secondo previsioni, la maggior parte degli utenti non sarà più anglofona. Esistono anche sostenitori della lingua inglese che ritengono che sia esso stesso il linguaggio destinato a diventare l'unica lingua universale, ma che tuttavia è destinato a subire trasformazioni indotte dalla diffusione globale e dall'impatto tecnologico, ad esempio uno dei fattori critici sta nella distanza tra la pronuncia orale e la scrittura.
I prossimi linguaggi globali non potranno prescindere dal rapporto con la tecnologia; in realtà anche in passato il successo delle lingue globali è stato legato alla tecnica: solo l'efficacia dell'alfabeto latino ha permesso alla lingua latina di diffondersi e di restare codice ufficiale della cultura per secoli. Analoga è la valutazione per la tecnica araba di numerazione.

Nel mondo dei computer il linguaggio si comporta in modo diverso rispetto all'ordinaria comunicazione umana, infatti la comunicazione uomo-macchina utilizza varie risorse espressive, dai linguaggi di programmazione alle metafore iconiche.
I termini utilizzati dall'informatica sono propri del vocabolario inglese, ma la grammatica è semplificata. La grammatica artificiale elimina gli elementi accessori, come gli articoli, a meno che non abbiano una funzione logica determinante. Il ruolo dei termini deriva in primo luogo dalla posizione, tenendo conto che si tratta quasi sempre di frasi di tipo imperativo.
I linguaggi correnti dell'informatica sono già molto simili a un inglese semplificato, un inglese "sine flexione"



Nella storia dell'uomo sono tanti i casi di linguaggi che da naturali diventano in un certo senso artificiali, basti pensare al latino che da lingua viva al tempo dei romani è diventata una lingua morta ma funzionale per la cultura scientifica e filosofica del medioevo.


Alla fine del secolo scorso alcuni logici, tra i quali Peano, avanzavano l'ipotesi dell'interlingua, ritenendo utile per la comunità scientifica internazionale adottare un linguaggio comune universale, al posto delle lingue nazionali correnti.
Veniva proposto il latino sine flexione, ovvero una versione semplificata del latino.
L'ipotesi era ispirata anche alla lingua artificiale di Leibniz.
Con l'avvento dei computer oggi i linguaggi artificiali sono utilizzati da masse sempre crescenti di utilizzatori di computer. Diventa quindi sempre più urgente l'elaborazione di un linguaggio artificiale universale per una comunicazione all'interno di reti telematiche internazionali.
 

sulla sinistra Giovanni Peano, sulla destra Gottfried Wilhelm von Leibniz

Tra gli utilizzatori non possono non essere citati coloro che si dedicano allo studio di lingue artificiali internazionali quali l'Esperanto piuttosto che il volapük.
Elaborare una fonetica standard è stato ciò che ha fatto Zamenhof, nella creazione dell'Esperanto, linguaggio universale artificiale. Il linguista polacco propone il modello dell'italiano, infatti tra le lettere e i suoni dovrà esserci una corrispondenza stretta, un solo modo di pronunciare (evitare quindi ciò che accade in inglese con la pronuncia delle vocali). Zamenhof crede fortemente in una fonetica standard.
 Anche quando si parlerà con in computer, a livello internazionale, sarebbe molto comodo disporre di regole internazionali per la pronuncia delle lettere, creare cioè uno standard fonetico internazionale.


In ultima analisi, per affrontare le pressioni della globalizzazione tecnologia e fare chiarezza sul ruolo dell'evoluzione del linguaggio nel XXI secolo e sui futuri utilizzatori, potrebbe risultare conveniente entrare nel campo letterario e osservare l'evoluzione del linguaggio, specialmente nello scorso secolo.

Dante stesso insegna che il ruolo degli scrittori nel forgiare le lingue è fondamentale.
Lo scrittore irlandese Joyce, nelle sue ultime opere mescola parole ed espressioni di tutto il mondo, le sue parole sono infatti "parole-mondo", termini nei quali risuonano radici, elementi ed echi di tutte le lingue. Con ciò si evidenzia una delle tendenze della comunicazione moderna: il mescolarsi delle parole che crea dialetti ibridi.
Secondo Mc Luhan l'occidente alfabeta sarà invaso e sommerso da una era "orale e tribale", in cui le lingue si mescoleranno e si confonderanno continuamente.
Freud parla di "chimica sillabica", ritiene infatti che nell'inconscio i termini si fondono per dare vita ad aggregati più ricchi di significato.
Il linguaggio diventa una materia plasmabile come le "parole in libertà" dei futuristi. Leggendo i manifesti di Filippo Tommaso Marinetti si trovano numerosi elementi di interesse attuale e in particolare informatico, basti pensare all'abolizione della sintassi o alla fusione delle parole e delle lettere con segni e immagini.

Storie e protagonisti

Le lingue artificiali sono state create sia per favorire la comunicazione internazionale che per scopi di sperimentazione logica e filosofica, hanno anche invaso il mondo del cinema, della letteratura e della tv.

Tra i protagonisti e creatori delle lingue artificiali non possono non essere citati:
  • Ludwik Lejzer Zamenhof
  • Mark Okrand
  • Anthony Burgess
  • Paul Frommer
  • George Orwell
  • JRR Tolkien

Ludwik Lejzer Zamenhof, oftalmologo polacco, è il creatore dell'esperanto, lingua ausiliaria internazionale sviluppata tra il 1872 e il 1887. Lo scopo della lingua è quello di far dialogare diversi popoli cercando di creare una lingua semplice ma  espressiva, per tale motivo l'esperanto è spesso protagonista di dibattiti riguardanti la "democrazia linguistica", dato che esso cerca di tutelare anche le lingue miniori.
Una parola famosa: Saluton vuol dire "ciao".


Mark Okrand, glottoteta statunitense, è il creatore delle lingua Klingon. Il suo lavoro fu commissionato nel 1980 dalla Paramount Picture per la produzione di Star Trek. Si tratta di una lingua gutturale, sono solo 12 le persone al mondo in grado di parlarla correttamente. 
Una parola famosa: jIyajbe  vuol dire "non capisco".


Anthony Burgess, scrittore e linguista britannico, è l'autore di Arancia meccanica pubblicata nel 1962. L'opera contiene il Nadsat, slang costruito mixando inglese e russo, molto usato dai protagonisti del romanzo. Stanley Kubrick ha poi realizzato un film dall'omonimo romanzo.
Una parola famosa: Appy polly loggy che vuol dire "scusa/scusate".
Quello che non tutti sanno è che Burgess, oltre a scrivere romanzi di successo, era un esperto linguista e fu sempre lui, nel 1981, a inventare la lingua parlata dagli uomini di neanderthal nel film "La guerra del fuoco" di Jean Jacques Annaud.


Paul Frommer, linguista americano, è il creatore della lingua Na'vi, parlata dagli abitanti di pandora nel mondo immaginario del film Avatar. Paul Frommer,  vero esperto di linguistica della University of Southern California, è riuscito a costruire un linguaggio così complesso che a tratti ricorda la lingua maori. 
Una parola famosa: Tawtute che vuol dire "umano".


George Orwell, tra i più grandi scrittori del Novecento, ha creato e utilizzato all'interno della sua celebre opera 1984 una Neolingua, imposta dalla dittatura, fatta di neologismi che tendono ad impoverire il linguaggio. 
Esempi sono sessoreato, che indica tutte le attività sessuali condannate dal regime, e nonpersona, una persona fatta rapire e uccidere dal partito, che tutti gli altri saranno obbligati a credere che non sia mai esistita.
Spesso nella Neolingua i termini cambiano semplicemente di valore, generando una confusione utile al regime: un esempio è dato dal chiamare ministero della Pace, il ministero della Guerra. Lo scopo della Neolingua è intuibile quello di impedire la formazione di un pensiero contrario ai principi del Socing, il partito unico al cui capo c'è il Grande Fratello.
Una parola famosa: Joycamp/svagocampo  che vuol dire "campo dei lavori forzati".


JRR Tolkien, scrittore e linguista britannico, è il creatore della saga del Signore degli anelli, prima di diventare celebre come scrittore, era un rinomato filologo con un passato all'interno dell'Università di Oxford. Fu l'amore per le lingue che lo spinse a definire il suo romanzo "un tentativo di creare un mondo in cui una forma di linguaggio accettabile dal mio personale senso estetico possa sembrare reale". L'opera contiene l'Elfico, lingua creata dallo stesso Tolkien.
Un'espressione famosa: Lle naa vanima che vuol dire "sei stupenda".

Luoghi

Nell'analisi dei luoghi si può spaziare dai luoghi immaginari in cui sono ambientati i film, a quelli reali come i laboratori di Facebook.

Nel mondo cinematografico, una delle lingue artificiali più note, anche per la propria articolazione piuttosto complessa, è il Na'vi.
Pandora è il luogo immaginario in cui è ambientato proprio il film Avatar.
Nel link di seguito è presente una lunga trattazione di tutto l'universo immaginario creato da James Cameron.
https://it.wikipedia.org/wiki/Universo_immaginario_di_Avatar#Pandora_(Eywa’eveng)

Pandora, luogo di ambientazione di "Avatar"




Un'altra doverosa citazione sia cinematografica che letteraria riguarda la trilogia Il signore degli anelli, scritta da JRR Tolkien e ambientata nella Terra di Mezzo
mappa relativa a "Il signore degli anelli"

Dal romanzo ne è stata poi realizzata la trilogia cinematografica. Molte delle scene sono state girate nella campagna della Nuova Zelanda.
campagna della Nuova Zelanda in cui sono state ambientate scene del film "Il signore degli anelli"


La genesi e quindi i luoghi dell'esperanto sono ovviamente legati alla storia di Zamenhof, che passò la sua infanzia a Białystok , attualmente in Polonia ma che a quei tempi era nella provincia baltica della Lituania. La realizzazione di questa lingua fu ostacolata dal padre, che bruciò i suoi appunti, vedendo questa passione come una distrazione dagli studi di medicina. Nel 1887 pubblicò un'opera che segnò l'inizio della diffusione della lingua internazionale. Il volume è oggi rarissimo da trovare, le copie conosciute sono pochissime, presenti ad esempio nella:

Biblioteca Nazionale Austriaca


Biblioteca dell'Università di Varsavia

Biblioteca di Stato russa



Nel mondo dell'informatica, interessante è il lavoro e la storia del linguista italiano Marco Baroni che lavora a Parigi nei laboratori di Facebook per educare le macchine del social network. I laboratori hanno sede nel Facebook Artificial Intelligence  Researchers (Fiar), in un vecchio palazzo del centro di Parigi, un tempo sede di una banca. 

mercoledì 8 novembre 2017

Giochi di parole nei fumetti

Il mondo dei fumetti offre diversi spunti relativi all'utilizzo di giochi di parole e lingue inventate, artificiali. Una raccolta piuttosto ampia di questi esempi è fornita nell'opera 

"Ghimíle ghimilàma. Breve panoramica su alcune lingue artificiali, rivitalizzate e più o meno manipolate" di Massimo Acciai Baggiari e Francesco Felici.





Il fumetto proposto è tratto dalle "Avventure di Tintin" di Hergé, fumettista belga.
Si può osservare un signore giapponese che ferito dalla freccia al veleno radjaïdjah si mette a cantare "Toung Si Nán Peï". In cinese queste parole indicano i quattro punti cardinali, ma in Marollien, dialetto mezzo francese e mezzo fiammingo che Hergé conosceva per via della nonna che lo parlava, è esattamente l'equivalente fonetico di “Toen zingt nen peï”, ovvero “allora un tizio si mette a cantare”.

fumetto tratto dalle "Avventure di Tintin", Hergé



Il fumetto che segue è tratto da "Cocco Bill" di Benito Jacovitti, fumettista famoso per le sue onomatopee italiche (come “pùgno”, “spàro”, “spiacceche”, “fischioooooo”). 
Nel fumetto in questione un nativo americano si esprime con sonorità adatte alla sua supposta provenienza americana ma che in realtà sono create utilizzando cadenze partenopee (riconoscibili se lette ad alta voce).
fumetto tratto dalle storie di "Cocco Bill" di Jacovitti




Cinema

Nell'ambito cinematografico le lingue artificiali rappresentano una caratteristica ricorrente nel genere fantasy, nella maggior parte dei casi utilizzate da creature aliene.
Di seguito esempi di titoli corredati da link.

Arrival 
Denis Villeneuve (2016)



Star Trek
Robert Wise (1979)



Avatar 
James Francis Cameron (2009)



Mars Attacks!
Tim Burton (1996)



Thor: The dark world
Alan Taylor (2013)



Il quinto elemento
Luc Besson (1997)



Prometheus
Ridley Scott (2012)