lunedì 13 novembre 2017

Rischi

Per linguaggi artificiali si possono intendere sia le lingue artificiali logiche, artistiche e internazionali che le lingue utilizzate nella programmazione informatica, che sconfinano nell'intelligenza artificiale.

esempio di dialogo

Un rischio pratico a riguardo è stato corso recentemente da Facebook che si è visto costretto a bloccare i propri bot perché l'intelligenza artificiale era riuscita a creare un nuovo e sconosciuto linguaggio incomprensibile agli scienziati e agli ingegneri. I bot sono stati in grado di sviluppare un linguaggio senza alcun bisogno di input umano, per cui la società si è vista costretta a bloccare la sperimentazione di un programma che rendesse le macchine il più possibile intelligenti.

logo di Facebook


Simboli

Esistono diversi simboli che riguardano le lingue artificiali.

Il simbolo dell'esperanto, che è la lingua artificiale ausiliaria internazionale più nota, è la sua bandiera che evidenzia gli ideali di neutralità e uguaglianza. 


 
simbolo dell'Esperanto

La bandiera è costituita da uno sfondo verde e un quadrato bianco nell'angolo in alto a sinistra, all'interno della quale si trova una stella verde.
Il verde è simbolo di speranza, il bianco di pace e neutralità, la stella, che ha cinque stelle, rappresenta i cinque continenti. E' chiamata "Verda Stelo".

Tra le lingue artificiali sono annoverabili anche quelle informatiche.

Una delle lingue artificiali o linguaggi informatici più nota è Java, ovvero un linguaggio di programmazione ad alto livello, progettato per essere il più indipendente possibile dalla piattaforma di esecuzione.

simbolo di Java


Il simbolo di questo linguaggio è una tazza di caffè fumante, infatti come è noto Java è anche una varietà di pianta di caffè originaria dell'omonima isola.

Specifiche

Nella creazione delle lingue artificiali non esiste una specifica normativa che si occupa della loro invenzione, tuttavia si possono sottolineare alcuni elementi.
Le lingue artificiali sono lingue provviste di:
  •          regole sintattiche, a volte descritte, a volte prive di descrizione
  •         proprio lessico, inventariato o meno.

 I motivi che hanno spinto alla creazione sono molteplici (dai motivi filosofici a quelli letterari, da quelli scientifici a quelli religiosi, da quelli religiosi a quelli di gioco).
Il fenomeno della creazione di lingue artificiali non è unitario ma si presenta a seconda delle caratteristiche, delle motivazioni.

In una lingua occorre che ci sia almeno una delle seguenti condizioni: 
  • la formalizzazione esplicita delle regole di sintassi  
  • la denominazione della stessa lingua.

Mentre la  formalizzazione è una condizione sufficiente ma non necessaria, la denominazione è una condizione necessaria ma non sufficiente, se non è accompagnata dalla spiegazione della sintassi o da almeno qualche esempio.

 In realtà molti repertori tengono conto anche di lingue di cui viene menzionato solo il nome. Un esempio di lingua di cui manca la formalizzazione esplicita è il "persiano antico" di cui Tommaso Landolfi dà campionature in "Dialogo dei massimi sistemi".
"Dialogo dei massimi sistemi", Tommaso Landolfi, edito da Adelphi


Il grammelot teatrale è un esempio di lingua fornita di denominazione ma priva di formalizzazione, perché non risponde a una regola mimetico-intonativa  e non a una sintassi.

Per quanto riguarda i simboli utilizzati, si registra l'utilizzo dei vari alfabeti e delle corrispondenti lettere, ma in senso più lato, come avviene per l'esperanto, si ricordano anche le due bandiere simbolo stesso della lingua e dei suoi principi. 

domenica 12 novembre 2017

Grafico

Il seguente grafico ha lo scopo di confrontare gli ordini di grandezza degli interlocutori delle lingue artificiali e naturali le cui caratteristiche sono state più ampiamente fornite nei post precedenti.












grafico che compara interlocutori delle lingue prese in esame

Notare la scala logaritmica.

Statistiche

Statisticamente è interessante confrontare il numero degli interlocutori di una lingua naturale e di una artificiale e i loro rispettivi ordini di grandezza.

La classifica delle  lingue più parlate al mondo mostra al primo posto il  cinese con una stima di interlocutori pari a 1.213.000.000. Tra i dati più bassi registrati c'è lo slovacco che presenta una stima di 5.000.000 interlocutori.

I dati relativi alle lingua artificiali sono stati già chiariti nel post precedente.

A livello statistico risulta ridondante fornire dati relativi alla madrelingua, in quanto nessuna lingua artificiale, proprio perché non presente naturalmente in natura, non presenta nessun interlocutore madrelingua.

Anche se gli interlocutori di lingue artificiali sono presenti in numero ancora piuttosto ridotto rispetto a quelli delle lingue naturali, si può certamente affermare che le persone che nella loro vita hanno incontrato lingue artificiali nei modi più disparati non sono di numero esiguo, un esempio tra tutti è dato dal film Avatar, all'interno del quale è presente la lingua artificiale Na'vi, che al botteghino ha fatto registrare uno dei numeri di spettatori più alto di sempre, con un valore mondiale che si aggira attorno ai 200.000.000 complessivi.

Numeri

Per quantizzare la grandezza della lingua artificiale uno degli indici sicuramente utili è il dato relativo al numero di interlocutori. Prima di passare ai dati numeri occorre fare una precisazione.

Dai post precedenti è stato già specificato che in base alla finalità, le lingua artificiali possono essere classificate in:

  • lingue logiche
  • lingue artistiche
  • lingue ausiliarie
mentre nei primi casi risulta un po' improprio parlare di interlocutori (risultano quasi sempre assenti), questi sono invece quantificabili nel caso di lingue ausiliarie.

Al primo posto troviamo senza dubbio l'esperanto, sviluppata tra il 1879 e il 1887 dall'oftalmologo polacco Ludwik Lejzer Zamenhof, con una stima di interlocutori compresa tra i 100.000 e i 3.000.000

L'interlingua è una lingua ausiliaria internazionale, nata attorno al 1951 per opera della International Auxiliary Language Association, presenta una stima pari a 10.000 interlocutori.

 L'ido, una  creata da Louis de Beaufront,  ha una stima di interlocutori compresa tra i 2.000 e i 5.000

Il volapükrealizzata tra il 1879 e il 1880 da Johann Martin Schleyer, ha una stima di interlocutori compresa tra i 20 e i 100

Si può dunque osservare che gli ordini di grandezza relativi agli interlocutori dell'esperanto non sono minimamente paragonabili con quelli delle altre lingue artificiali ausiliarie. Nonostante ciò nessuna lingua artificiale compare nell'elenco delle cento lingue più parlate al mondo.

mercoledì 8 novembre 2017

Giochi di parole nei fumetti

Il mondo dei fumetti offre diversi spunti relativi all'utilizzo di giochi di parole e lingue inventate, artificiali. Una raccolta piuttosto ampia di questi esempi è fornita nell'opera 

"Ghimíle ghimilàma. Breve panoramica su alcune lingue artificiali, rivitalizzate e più o meno manipolate" di Massimo Acciai Baggiari e Francesco Felici.





Il fumetto proposto è tratto dalle "Avventure di Tintin" di Hergé, fumettista belga.
Si può osservare un signore giapponese che ferito dalla freccia al veleno radjaïdjah si mette a cantare "Toung Si Nán Peï". In cinese queste parole indicano i quattro punti cardinali, ma in Marollien, dialetto mezzo francese e mezzo fiammingo che Hergé conosceva per via della nonna che lo parlava, è esattamente l'equivalente fonetico di “Toen zingt nen peï”, ovvero “allora un tizio si mette a cantare”.

fumetto tratto dalle "Avventure di Tintin", Hergé



Il fumetto che segue è tratto da "Cocco Bill" di Benito Jacovitti, fumettista famoso per le sue onomatopee italiche (come “pùgno”, “spàro”, “spiacceche”, “fischioooooo”). 
Nel fumetto in questione un nativo americano si esprime con sonorità adatte alla sua supposta provenienza americana ma che in realtà sono create utilizzando cadenze partenopee (riconoscibili se lette ad alta voce).
fumetto tratto dalle storie di "Cocco Bill" di Jacovitti




Cinema

Nell'ambito cinematografico le lingue artificiali rappresentano una caratteristica ricorrente nel genere fantasy, nella maggior parte dei casi utilizzate da creature aliene.
Di seguito esempi di titoli corredati da link.

Arrival 
Denis Villeneuve (2016)



Star Trek
Robert Wise (1979)



Avatar 
James Francis Cameron (2009)



Mars Attacks!
Tim Burton (1996)



Thor: The dark world
Alan Taylor (2013)



Il quinto elemento
Luc Besson (1997)



Prometheus
Ridley Scott (2012)





"Tutta musica e colori"

La lingua "tutta musica e colori" di Fosco Maraini, definita in tal modo dallo scrittore Paolo Albani, è una dimostrazione di potenza espressiva ed evocativa della lingua metasemantica.

Il più celebre esempio di metasemantica, nell'accezione datale dal Maraini, è la sua poesia "Il Lonfo", nota anche per la recitazione che ne ha fatto Gigi Proietti.


Il Lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce,
sdilenca un poco e gnagio s'archipatta.
È frusco il Lonfo! È pieno di lupigna
arrafferia malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e ti arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.
Eppure il vecchio Lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa legica busia, fa gisbuto;
e quasi quasi in segno di sberdazzi
gli affarferesti un gniffo. Ma lui, zuto
t' alloppa, ti sbernecchia; e tu l'accazzi.


https://www.youtube.com/watch?v=62l8A_kCNwA


Altri esempi sono contenuti nella raccolta di poesie "Gnòsi delle fànfole".

Gli artisti Stefano Bollani e Massimo Altomare nel novembre 1998 hanno pubblicato l'album "Gnòsi delle fànfole", ispirato dall'omonima raccolta di poesie di Fosco Maraini.

Un esempio di canzone eseguita dai due artisti nel link che segue relativa alla poesia "E gnacche alla formica"

https://www.youtube.com/watch?v=uTo_ePrKHus


Io t’amo o pia cicala e un trillargento
 ci spàffera nel cuor la tua canzona. 
Canta cicala frìnfera nel vento: 
E gnacche alla formica ammucchiarona! 
Che vuole la formica con quell’umbe 
da mòghera burbiosa? È vero, arzìa 
per tutto il giorno, e tràmiga e cucumbe 
col capo chino in mogna micrargìa. 
Verrà l’inverno, sì, verrà il mordese 
verranno tante gosce aggramerine, 
ma intanto il sole schicchera giglese
e sgnèllida tra cròndale velvine. 
Canta cicala, càntera in manfrore, 
il mezzogiorno zàmpiga e leona. 
Canta cicala in zìlleri d’amore: 
E gnacche alla formica ammucchiarona.

"Gnòsi delle Fànfole", Fosco Maraini

copertina album "Gnosi delle Fànfole", Altomare, Bollani


Letteratura narrativa

Di seguito vengono proposte alcune opere narrative contenenti esempi di lingue artificiali.

The Man in the Moone , Francis Godwin

Una delle prime edizioni di "The Man in the Moone" di Francis Godwin

L'altro mondo o Gli stati e gli imperi della luna, Savinien Cyrano de Bergerac


"L'altro mondo ovvero stati e imperi della luna", Cyrano de Bergerac

I viaggi di Gulliver, Jonathan Swift

una delle prime edizioni de "I viaggi di Gulliver" di Jonathan Swift

Il barone rampante, Italo Calvino

"Il barone rampante", Italo Calvino, edito da Mondadori


Il Signore degli AnelliJohn Ronald Reuel Tolkien

una foto di una pagina tratta da "Il signore degli anelli", JRR Tolkien 

Stranalandia, Stefano Benni

"Stranalandia", Stefano Benni, edito da Feltrinelli



Narrazioni

Le ragioni e le radici alla base della creazione delle lingue artificiali sono state motivo di interesse di molti studiosi. 
Volendo passare a esempi pratici, si possono citare le opere "Le lingue inventate" di Alessandro Bausani  e l'intervento "Gerghi immaginari e lingue perfette" di Paolo Albani all’interno del ciclo di incontri su "La comunicazione, volti e forme: i gerghi".

Si può affermare che i gradi di libertà creativa nella lingua sono quattro, ovvero:
  • libertà a livello inconscio dei fenomeni
  • libertà a livello delle parole
  • libertà a livello della frase
  • libertà a livello dell'espressione

Mentre l'ultima libertà è propria di tutte le lingue naturali, in base a questa classificazione Busani ricava le tipologie secondo cui sono classificabili le lingue artificiali, nello specifico:
  • lingue caratterizzate da sintassi speciale, non naturale, che lasciano sostanzialmente intatto il patrimonio morfologico e fonetico della lingua naturale
  • lingue con nuovo lessico e nuova morfologia, che mantengono più o meno intatto il patrimonio fonetico del linguaggio naturale
  • lingue che non mantengono neppure il patrimonio fonematico della lingua naturale

Mentre nei primi due casi si parla di lingue artificiali "a posteriori", nell'ultimo caso si parla di lingua artificiale "a priori".

Paolo Albani, autore peraltro del dizionario "Aga magéra difúra", chiarisce meglio il concetto di lingua artificiale o immaginaria definendola come:

"Una lingua «fittizia», cioè non naturale, dove l'attributo «naturale» sta a indicare una lingua formatasi attraverso un processo storico ben determinato e il cui apprendimento avviene per trasmissione orale dai genitori e dall'ambiente circostante. Per alcuni studiosi la differenza fra lingue naturali e artificiali risiede nel fatto che le prime sono il risultato di una «produzione incosciente», mentre le seconde scaturiscono da un «atto cosciente». Comunque sia possiamo definire «immaginaria» ogni lingua di tipo artificiale, frutto dell'elaborazione a tavolino di una o più persone, non necessariamente appartenenti alla categoria dei «linguisti di professione»."


Sia Albani che Bausani nel tracciare una tipologia dell’invenzione linguistica distinguono due filoni:
  • quello delle lingue sacre
  • quello delle lingue laiche.

L'invenzione linguistica è anche definita glossopoiesi, dal greco glóssa "lingua" e póiesis "creazione".

martedì 7 novembre 2017

Funzioni sostitutive

Le diverse forme di lingue artificiali sono suddivisibili in base agli scopi a cui assolvono, in particolare si possono distinguere le:
·         Lingue artistiche, utilizzate all'interno di opere artistiche
·         Lingue ausiliarie, create per la comunicazione internazionale
·         Lingue logiche, per scopi di sperimentazione logica e filosofica
Le lingue artistiche vengono utilizzate in opere letterarie, musicali o cinematografiche e, a differenza sia delle lingue ausiliarie internazionali che logiche, presentano solitamente sistemi grammaticali irregolari, come le lingue naturali. Tra le più celebri si può citare la lingua progettata per i mondi fantastici come la "Terra di Mezzo" di Tolkien.


mappa relativa al mondo in cui è ambientato "Il signore degli anelli" 

Le lingue ausiliarie, anche dette addizionale,  vengono create per facilitare la comunicazione di persone di differenti nazioni, proposte per apprendimento come seconda lingua a tutte le persone del mondo, senza voler sostituire le lingue native. Gli esempi più celebri sono l'esperanto, l'ido, l'interlingua, il volapük e il glosa. 
Il termine di lingua artificiale può talvolta essere anche esteso a lingue naturali individuate per tali scopi dal consenso internazionale, come l'inglese e il francese.


la parola "esperanto" realizzata con le tessere del gioco Scarabeo

Le lingue logiche sono progettate per verificare o dimostrare ipotesi sul funzionamento di lingue o il loro potenziale e per permettere affermazioni prive di ambiguità. Solitamente si basano sulla logica dei predicati. Tra le più celebri sono da citare le lingue Loglan e Lojban.

Forme sostitutive

Le lingue naturali si sono sviluppate e affermate spontaneamente nelle culture umane, questo aspetto costituisce la principale differenza tra le lingue naturali e quelle artificiali, create deliberatamente per permettere una comunicazione non originaria tra persone appartenenti a diverse culture. 

Come le lingue naturali, anche gli elementi strutturali di una lingua artificiale sono la fonologia, la morfologia, la sintassi e il lessico.

Si possono distinguere diverse forme di lingue artificiali, in particolare:
  • ·         le lingue artificiali "a priori",
  • ·         le lingue artificiali "a posteriori"

e mentre  le prime soddisfano la proprietà della doppia articolazione, tipica della lingua naturale, tale proprietà non è soddisfatta dalle lingue artificiali "a posteriori".

Le lingue artificiali in base alle forme assunte possono inoltre essere classificate come:
  • ·     lingue latiniche, create basandosi sul latino,
  • ·     lingue alibere, libere ma che utilizzano l'alfabeto latino,
  • ·     lingue libere, nell'utilizzo di altri alfabeti e vocaboli.

Infine, una ulteriore divisione di forme può essere effettuata nel seguente modo:
  • ·         lingue ausiliarie,
  • ·         lingue artistiche,
  • ·         lingue logiche

Quest'ultima divisione sarà in seguito ripresa per spiegare e quindi comprendere le funzioni cui assolvono le lingue artificiali.

Materiali sostitutivi

N/A  not applicable

lunedì 6 novembre 2017

Elementi costituenti

Gli elementi che costituiscono la lingua artificiale sono:

  • la fonologia, dottrina dei suoni di cui è costituita la parola (http://www.treccani.it/vocabolario/ricerca/fonologia/)
  • la grammatica, complesso di norme che regolano l'uso della lingua (http://www.treccani.it/vocabolario/ricerca/grammatica/)
  • il vocabolario, complesso di vocaboli (http://www.treccani.it/vocabolario/vocabolario/)
sviluppati dall'ingegno di uno o più individui, a differenza delle lingue naturali che si sviluppano e affermano spontaneamente nelle culture umane.