Le ragioni e le radici alla base della creazione delle
lingue artificiali sono state motivo di interesse di molti studiosi.
Volendo
passare a esempi pratici, si possono citare le opere "Le lingue inventate"
di Alessandro Bausani e l'intervento "Gerghi
immaginari e lingue perfette" di Paolo Albani all’interno del ciclo di incontri su "La
comunicazione, volti e forme: i gerghi".
Si può affermare che i gradi di libertà creativa nella
lingua sono quattro, ovvero:
- libertà a livello inconscio dei fenomeni
- libertà a livello delle parole
- libertà a livello della frase
- libertà a livello dell'espressione
Mentre l'ultima libertà è propria di tutte le lingue
naturali, in base a questa classificazione Busani ricava le tipologie secondo
cui sono classificabili le lingue artificiali, nello specifico:
- lingue caratterizzate da sintassi speciale, non naturale, che lasciano sostanzialmente intatto il patrimonio morfologico e fonetico della lingua naturale
- lingue con nuovo lessico e nuova morfologia, che mantengono più o meno intatto il patrimonio fonetico del linguaggio naturale
- lingue che non mantengono neppure il patrimonio fonematico della lingua naturale
Mentre nei primi due casi si parla di lingue artificiali
"a posteriori", nell'ultimo caso si parla di lingua artificiale
"a priori".
Paolo Albani, autore peraltro del dizionario "Aga
magéra difúra", chiarisce meglio il concetto di lingua artificiale o
immaginaria definendola come:
"Una lingua «fittizia», cioè non naturale, dove
l'attributo «naturale» sta a indicare una lingua formatasi attraverso un
processo storico ben determinato e il cui apprendimento avviene per
trasmissione orale dai genitori e dall'ambiente circostante. Per alcuni
studiosi la differenza fra lingue naturali e artificiali risiede nel fatto che
le prime sono il risultato di una «produzione incosciente», mentre le seconde
scaturiscono da un «atto cosciente». Comunque sia possiamo definire
«immaginaria» ogni lingua di tipo artificiale, frutto dell'elaborazione a
tavolino di una o più persone, non necessariamente appartenenti alla categoria
dei «linguisti di professione»."
Sia Albani che Bausani nel tracciare una tipologia
dell’invenzione linguistica distinguono due filoni:
- quello delle lingue sacre
- quello delle lingue laiche.
L'invenzione linguistica è anche definita glossopoiesi, dal greco glóssa "lingua" e póiesis "creazione".
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